Smartphone in Classe?

Sì con il BYOD a scuola

Lo Smartphone in classe è un “problema” fortemente trattato negli ultimi anni, e come si sa può creare non poche difficoltà e attriti tra insegnanti e studenti.

Da qualche anno è stato però introdotto dal MIUR un metodo di insegnamento che prevede l’utilizzo del cellulare e di altri strumenti personali in classe: il BYOD (Bring Your Own Device).

Con questo metodo si cerca di rendere le lezioni più interattive ed evitare che il proprio telefono diventi una distrazione quando può essere un grande aiuto nell’apprendimento.

Vediamo intanto il decalogo per l’uso dei dispositivi mobili a scuola redatto dal MIUR (clicca qui per il file originale)

  • Ogni novità comporta cambiamenti.
    Ogni cambiamento deve servire per migliorare l’apprendimento e il benessere delle studentesse e degli studenti e più in generale dell’intera comunità scolastica.
  • I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi.
    Bisogna insegnare a usare bene e integrare nella didattica quotidiana i dispositivi, anche attraverso una loro regolamentazione. Proibire l’uso dei dispositivi a scuola non è la soluzione. A questo proposito ogni scuola adotta una Politica di Uso Accettabile (PUA) delle tecnologie digitali.
  • La scuola promuove le condizioni strutturali per l’uso delle tecnologie digitali.
    Fornisce, per quanto possibile, i necessari servizi e l’indispensabile connettività, favorendo un uso responsabile dei dispositivi personali (BYOD). Le tecnologie digitali sono uno dei modi per sostenere il rinnovamento della scuola.
  • La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica.
    La presenza delle tecnologie digitali costituisce una sfida e un’opportunità per la didattica e per la cultura scolastica. Dirigenti e insegnanti attivi in questi campi sono il motore dell’innovazione. Occorre coinvolgere l’intera comunità scolastica anche attraverso la formazione e lo sviluppo professionale.
  • I dispositivi devono essere un mezzo, non un fine.
    È la didattica che guida l’uso competente e responsabile dei dispositivi. Non basta sviluppare le abilità tecniche, ma occorre sostenere lo sviluppo di una capacità critica e creativa.
  • L’uso dei dispositivi promuove l’autonomia delle studentesse e degli studenti.
    È in atto una graduale transizione verso situazioni di apprendimento che valorizzano lo spirito d’iniziativa e la responsabilità di studentesse e gli studenti. Bisogna sostenere un approccio consapevole al digitale nonché la capacità d’uso critico delle fonti di informazione, anche in vista di un apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
  • Il digitale nella didattica è una scelta: sta ai docenti introdurla e condurla in classe.
    L’uso dei dispositivi in aula, siano essi analogici o digitali, è promosso dai docenti, nei modi e nei tempi che ritengono più opportuni.
  • Il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento.
    Le possibilità di apprendere sono ampliate, sia per la frequentazione di ambienti digitali e condivisi, sia per l’accesso alle informazioni, e grazie alla connessione continua con la classe. Occorre regolamentare le modalità e i tempi dell’uso e del non uso, anche per imparare a riconoscere e a mantenere separate le dimensioni del privato e del pubblico.
  • Rafforzare la comunità scolastica e l’alleanza educativa con le famiglie.
    È necessario che l’alleanza educativa tra scuola e famiglia si estenda alle questioni relative all’uso dei dispositivi personali. Le tecnologie digitali devono essere funzionali a questa collaborazione. Lo scopo condiviso è promuovere la crescita di cittadini autonomi e responsabili.
  • Educare alla cittadinanza digitale è un dovere per la scuola.
    Formare i futuri cittadini della società della conoscenza significa educare alla partecipazione responsabile, all’uso critico delle tecnologie, alla consapevolezza e alla costruzione delle proprie competenze in un mondo sempre più connesso.

Ma quali sono i pro e i contro del BYOD?

PRO

  • I ragazzi hanno molta familiarità con queste tecnologie ed è più facile spostare l’attenzione dallo strumento come distrazione allo strumento come didattica.
  • I ragazzi hanno spesso gli ultimi modelli tecnologici, non è necessario utilizzare quelle più obsolete della scuola.
  • È più facile che un ragazzo dimentichi un libro piuttosto che il suo cellulare
  • Diffonde la cultura a un uso appropriato delle tecnologie
  • I docenti possono essere più “vicini” a studenti e famiglie
  • Rende le lezioni meno monotone e mono-direzionali (i ragazzi diventano protagonisti del processo educativo)
  • Può diventare uno strumento per l’auto apprendimento una volta fornito il know-how

CONTRO

  • È più facile integrare l’utilizzo per alcune lezioni piuttosto che altre
  • Si rischia di aumentare le distrazioni
  • Può non essere accettato da genitori ed altri docenti
  • Necessità di creare un regolamento sull’uso dei dispositivi
  • Difficoltà di collegamento con le reti Wi-Fi delle scuole
  • Potrebbe essere discriminante
  • Si rischia di dover ripetere istruzioni diverse a seconda del dispositivo sprecando tempo prezioso

Anche se esistono diversi contro, le possibilità del metodo BYOD sono davvero infinite se si ha il tempo e la possibilità di sperimentarle ricevendo anche un grande consenso tra gli studenti.

In questo tempo di discussione su DAD/DDI è ancora più importante riuscire a integrare l’utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici, anche se comporta cambiare il proprio approccio all’insegnamento.

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